Ruote motrici: differenze tra anteriori, posteriori e AWD
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Ruote motrici: differenze tra anteriori, posteriori e AWD

Offset cerchi

La posizione delle ruote motrici determina la differenza tra trazione anteriore, posteriore ed integrale che a sua volta implica un diverso rendimento del veicolo.

Quando si parla di auto, e più in generale di veicoli a motore, una delle caratteristiche che più spesso viene menzionata è la ‘trazione‘. Nell’ambito della meccanica applicata, la trazione consiste nella trasformazione del moto rotativo prodotto da un propulsore in moto rettilineo della vettura, attraverso un sistema di ingranaggi che prende il nome di trasmissione.

Per quanto concerne i veicoli a motore, esistono tre tipi di trazione. Ciascuno viene determinato dalla posizione delle ruote alle quali viene trasmessa la forza motrice prodotta dal sistema di motopropulsione: pertanto, si parla di ‘ruote motrici‘. Vediamo di seguito di cosa si tratta e per quali caratteristiche si distinguono.

Cosa sono le ruote motrici

Come già accennato, le ruote motrici sono quelle che implementano la trazione del veicolo in quanto sono le ruote alle quali viene trasmessa la forza motrice generata dal propulsore. In altre parole, sono le ruote che ‘girano’ grazie al funzionamento del motore.

Poiché i veicoli a motore possono avere un numero di ruote variabile (compreso tra un minimo di due ed un massimo superiore a sei), esistono diversi tipi di ruote motrici, a seconda delle caratteristiche del veicolo stesso e della destinazione d’uso.

La trazione anteriore: vantaggi e svantaggi

Un veicolo si dice a trazione anteriore (in inglese FWD, ovvero Front Wheel Drive) quando la forza propulsiva generata dal motore viene trasmesse alle ruote anteriori. È particolarmente diffusa sulle auto di dimensioni medio – piccole, che non sviluppano una potenza elevata e non offrono riscontri prestazionali ‘sportivi’.

La trazione anteriore presenta diversi aspetti positivi così come alcuni negativi. Il principale vantaggio è di carattere economico per le Case costruttrici: poiché la maggior parte delle auto monta il motore davanti, è molto più semplice (e meno dispendioso) associare un sistema che trasmetta il moto alle ruote anteriori anziché a quelle posteriori.

Di contro, il comportamento dinamico della vettura può presentare alcune insidie. In particolare, le vetture a trazione anteriore sono esposte a fenomeni di sottosterzoche, almeno a velocità non eccessive, possono essere contenuti in maniera piuttosto semplice, senza particolari rischi per chi si trova alla guida. In aggiunta, su veicoli con ruote motrici anteriori e in grado di sviluppare una potenza elevata, la trazione anteriore – soprattutto in caso di forte accelerazione – può provocare un eccessivo trasferimento dei carichi al posteriore tanto da far slittare le ruote davanti; lo stesso fenomeno può anche determinare un’usura eccessiva dei pneumatici anteriori.

Per quanto concerne i mezzi a due ruote (ed alcuni veicoli a tre ruote), la trazione in genere è affidata alla ruota posteriore poiché quella davanti è la cosiddetta ‘ruota sterzante’.

Offset cerchi
Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/pneumatici-auto-maturo-cerchio-2615412/
Leggi anche
Come si guida una moto: consigli ed errori da evitare

La trazione posteriore: vantaggi e svantaggi

Com’è facile intuire, in un veicolo a trazione posteriore (in inglese RWD, ossia Rear Wheel Drive), le ruote che ‘ricevono’ il moto propulsivo generato dal motore sono quelle solidali all’asse od agli assi posteriori. Questo genere di configurazione è più diffuso su auto potenti dalla vocazione sportiva, sia con motore anteriore che posteriore; in aggiunta, è la trazione standard per le motociclette.

Come quella anteriore, anche la trazione affidata alle ruote motrici posteriori presenta aspetti positivi e negativi. Tra i primi vanno sicuramente annoverati la buona aderenza, sia in salita che in fase di accelerazione, per via del maggior peso spostato sulla parte posteriore della vettura, e più in generale un’ottima tenuta di strada. Di contro, tra i possibili ‘effetti collaterali’ di questo tipo di trazione vi è il sovrasterzo, dovuto ad uno slittamento del posteriore.

Va inoltre sottolineato come questo tipo di configurazione, per via delle caratteristiche specifiche, presenta sia costi di costruzione più elevati sia un peso maggiore dell’intero sistema di propulsione e trasmissione.

La trazione integrale: caratteristiche, pregi e difetti

La trazione integrale (in inglese, AWD ovvero “All Wheel Drive“) consiste in un sistema di trasmissione che trasferisce il moto propulsivo a tutte le ruote del mezzo. Nel caso si tratti di un’auto, si parla di ‘quattro ruote motrici’ (il classico ‘4×4’): questa espressione non è un sinonimo assoluto di trazione integrale, dal momento che i mezzi pesanti possono avere più di quattro ruote (e più di due assi) ed essere parimenti veicoli AWD. I camion ed i veicoli militari, ad esempio, possono essere 6WD oppure 8WD, in quanto equipaggiati con sei o otto ruote motrici.

Detto ciò, va anche sottolineato che esistano diversi tipi di trazione integrale, in base a come avviene la distribuzione della trasmissione del moto sulle ruote del veicolo.

La trazione integrale ‘part time‘ consiste in un sistema in cui la modalità AWD viene innestata solo quando necessario o richiesto. Quella ‘full time‘, invece, è attiva in maniera permanente su entrambi gli assi della vettura. Questa seconda opzione prevede spesso la presenza di un differenziale che regola la distribuzione della coppia; in altre parole, anche se la trazione è integrale – in quanto tutte le ruote sono motrici – la ‘quantità’ di moto viene ripartita in maniera differente tra l’asse anteriore e quello posteriore, spesso a seconda delle caratteristiche del fondo stradale (al fine di assicurare i migliori riscontri in termini di aderenza e tenuta di strada).

A seconda delle specifiche costruttive della vettura, la trazione integrale può essere inserita dal conducente (tramite specifici comandi) oppure agire in maniera autonoma (grazie al sistema di ‘slittamento controllato’). La gestione della trazione integrale può essere anche affidata in toto all’elettronica di bordo, specie sui modelli di auto di più recente generazione.

Indicazione e denominazione del tipo di trazione

Dopo aver visto cosa vuol dire ruote motrici, vediamo come si suole indicare le varie configurazioni.

La dicitura solo alfabetica, in uso in inglese, distingue tra FWD (Front Wheel Drive), RWD (Rear Wheel Drive) e AWD (All Wheel Drive). In alternativa, ve ne è una alfanumerica che prevede due cifre intervallate da una ‘x’: la prima indica il numero di ruote, la seconda il numero di ruote motrici. Esempio: un’auto “4×2” ha due ruote motrici, che possono essere anteriori o posteriori.

In ambito commerciale, alcune Case automobilistiche ‘personalizzano’ l’indicazione della trazione integrale poiché spesso viene implementata tramite una specifica tecnologia brevettata dalla Casa stessa. Ne sono esempi il Q4 dell’Alfa Romeo oppure il 4Matic della Mercedes-Benz.

Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/pneumatici-auto-maturo-cerchio-2615412/

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 19 Aprile 2019 13:02

Come si guida una moto: consigli ed errori da evitare

nl pixel